giovedì 25 agosto 2011

Start


E se iniziassi questo mio blog come se fossimo già al secondo appuntamento? Potremmo saltare la fase dell’enorme imbarazzo di doverci presentare cercando parole che ci descrivano al meglio senza sembrare arroganti, eviteremmo l’ansia di dover dire sempre la cosa giusta al momento giusto, il che, puntualmente, porta solo ad aumentare esponenzialmente le probabilità di dire qualcosa che vorresti rificcarti in bocca un secondo dopo averla pronunciata. Probabilmente saltare il primo incontro sarebbe più facile ma così facendo perderemmo anche le cose belle. Sorridere scoprendo di amare le stesse cose, avere il batticuore tipico di quando si ha davanti qualcosa di nuovo che non si conosce. Il gioco non vale la candela per cui… eccomi qui, sono Valeria e sono un’appassionata di libri.

Badate bene, ho detto appassionata e non esperta perché non mi occupo professionalmente di questo  né mi vanto di conoscere tutto o quasi dei nostri amici di carta. Semplicemente adoro tenere tra le mani un libro, emozionarmi quando apro la copertina ed inizio a leggere le prime righe, essere triste quando il libro arriva alla fine. Non mi dite che non vi è mai capitato di chiudere un libro dopo averlo letto e pensare: “Peccato che sia già finito"?! Amo leggere ed amo i libri, questo è quanto è importante sapere di me, per ora e mi piacerebbe poter condividere con voi questa mia passione. Cosa ne dite?


Vi lascio con una frase che adoro, nella quale mi sono imbattuta alcuni anni fa. È tratta dal libro “Se una notte di inverno un viaggiatore” di Italo Calvino. Molti di voi la conosceranno già ma, per quelli che non hanno ancora avuto questa fortuna: eccola! È tutta vostra:
 “Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti, allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino! » O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull'amaca, se hai un'amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga, Col libro capovolto, si capisce. Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Una volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava così quando si era stanchi d'andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere; eppure ora l'idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura. Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì con le scarpe in una mano e il libro nell'altra. Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa' in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta' attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d'interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c'è ancora? Devi far pipì? Bene, saprai tu. Non che t'aspetti qualcosa di particolare da questo libro in particolare. Sei uno che per principio non s'aspetta più niente da niente. Ci sono tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa d'esperienze straordinarie; dai libri, dalle persone, dai viaggi, dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in serbo. Tu no. Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Questa è la conclusione a cui sei arrivato, nella vita personale come nelle questioni generali e addirittura mondiali. E coi libri? Ecco, proprio perché lo hai escluso in ogni altro campo, credi che sia giusto concederti ancora questo piacere giovanile dell'aspettativa in un settore ben circoscritto come quello dei libri, dove può andarti male o andarti bene, ma il rischio della delusione non è grave”.

Alla prossima,
Vales

5 commenti:

  1. Brava Vales, ottimo primo post. Continua così.

    RispondiElimina
  2. Ottimo inizio Vales...credo che diventerò fan del tuo blog e perchè no, chissà che non riesca a darti un piccolo contributo :)

    RispondiElimina
  3. Grazie Tizi. Appena riuscirò a far ingranare il blog il tuo aiuto mi sarà gratissimo. Un Bacione.

    RispondiElimina