martedì 11 ottobre 2011

Il bambino con il pigiama a righe

Oggi parleremo di un libro di grande successo ma che, a me personalmente, non è affatto piaciuto. Il libro in questione è Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne. È un libro commovente, anche se, a dirla tutta, non è difficile commuovermi soprattutto perché tratta di un tema caro a molti: l’olocausto. Ecco a voi:

Titolo: Il bambino con il pigiama a righe
Autore: John Boyne
Dati: 2007, 203 p.
Prezzo: 13 euro
Editore: Fabbri
Trama: Questo libro parla dell’amicizia tra due bambini, Bruno, figlio di un comandante di un campo di sterminio durante la seconda guerra mondiale, Shmuel è, invece, un bambino ebreo rinchiuso nel campo di sterminio di Auschwitz dove il padre di bruno è il comandante. I due bambini si incontrano separati dalla rete che delimita il campo di concentramento. Diventano amici fino al tragico epilogo.
La mia recensione: iniziamo con il dire che l’autore ha deciso di utilizzare degli “stratagemma” per rendere credibile la figura di un bambino. Infatti riporta alcune parole nella pronuncia sbagliata che ne fa Bruno, un bambino di 8 anni, come Furio invece di Fürher o Auscit al posto di Auschwitz.
L’unica cosa che, però, riesce a fare, a mio avviso, è rendere con maggiore enfasi la sua innocenza e ignoranza, ignoranza di quanto accade attorno a lui. Magari era proprio questo l’obiettivo dell’autore. A me, però, un po’, infastidiscono. Sembra si voglia dare una parvenza di fantastico a quanto accaduto nei campi di concentramento, sembra che tutto sia una pura invenzione. A questo punto mi chiedo: è davvero possibile che ci fosse gente che, mentre milioni di ebrei, omosessuali, malati mentali, venivano condotti nei campi di concentramento e venivano uccisi non sapesse di questi orrori? Sembra quasi che con questo libro si voglia assolvere chi non sapeva a differenza di chi sapeva e non ha agito. Un libro che, seppur ben scritto, mi ha lasciato una sensazione di inadeguato, di insufficiente.
Informazioni sull’autore: John Boyne è uno scrittore irlandese. È autore di molti romanzi ma la sua consacrazione è avvenuta con questo romanzo Il bambino con il pigiama a righe che l’ha portato al primo posto New York Times Best Seller List. In tutto il mondo sono state vendute più di 5 milioni di copie e, nel 2008, è stato ne è stato tratto un film.
Degno di nota: “Anche se Bruno era basso per la sua età, la sua mano era sana e piena di vita.  Le vene non si vedevano attraverso la pelle, le dita non erano poco più di bastoncini secchi. La mano di Shmuel raccontava una storia molto diversa”.
“Shmuel non piangeva più. Guardava il pavimento, come per convincere la sua anima a non vivere più nel suo corpicino, ma scivolare via e volare attraverso la porta fino in cielo”.
"Il puntino che divenne una macchia, che divenne una striscia, che divenne un bambino".
Voto: 5

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