venerdì 2 settembre 2011

Il nome della rosa

Il libro che ho scelto questa volta è un classico della letteratura italiana, è più vecchio di me ma è ancora molto letto. È Il nome della rosa di Umberto Eco. La scelta, questa volta, è stata fatta seguendo i miei gusti personali. Ho letto questo libro una decina di anni fa e, seppure un po’ “lento”, l’ho trovato affascinante e molto interessante anche perché il Medioevo, epoca in cui si svolge la vicenda, mi appassiona molto.

Titolo: Il nome della rosa
Autore: Umberto Eco
Dati: 1980 (Prima edizione), 532 p.
Editore: Bompiani (collana Tascabili)
Prezzo: variabile
Trama: Ambientato nel 1327, questo libro racconta una serie di cruente ed inspiegabili morti che sconvolgeranno la tranquilla vita di un’Abbazia italiana, quella di Melk. La storia è narrata dal vecchio frate,  Adso da Melk,  che si trovò coinvolto nella vicenda quando era novizio. Fu lui, infatti, che ndagò sui ritrovamenti dei corpi senza vita dei suoi conventuali. Ricco di riferimenti storici, questo romanzo apre una finestra sulla vita monacale  e sul mondo ecclesiastico dell’epoca medievale.
La mia recensione:
COINVOLGENTE: questo è il genere di libri che ti riprometti di leggere un po’ per volta per non finirlo troppo presto, e ti trovi alle 3 di notte, con la lucina del comodino accesa, a non riuscire a staccare gli occhi da quelle pagine. Non è solo la serie di delitti, apparentemente inspiegabili, che ritmano l’andamento della storia a tenerti legato al libro ma è, soprattutto, l’atmosfera di mistero che l’autore riesce a ricreare. Diciamo anche che l’epoca in cui è ambientato, il Medioevo, aiuta. Nell’immaginario collettivo questo periodo è ricco di magia, stregoneria, intrighi, oscurità che ritroviamo intatti nel romanzo.
PROLISSO: non che io abbia qualcosa contro i libri lunghi, in assoluto, anzi sono quelli che attraggono maggiormente la mia attenzione sugli scaffali delle librerie. Però, alcune parti del libro, a mio parere, si dilungano troppo su descrizioni, tipiche di Eco (basti leggere Il pendolo di Foucault), che rallentano un po’ la lettura e che indispongono il lettore desideroso di capire chi è l’omicida che, vi anticipo, non è il maggiordomo.
RIEVOCATIVO: le descrizioni di Eco dell’Abazia, della vita monacale e dell’epoca medievale in generale, quando non esageratamente lunghe, naturalmente, riescono ad aiutarci a ricreare nella nostra mente, il momento ed il luogo in cui vengono narrati i fatti.
Informazioni sull’autore: Umberto Eco è scrittore, filosofo, accademico e chi più ne ha più ne metta. Il suo primo romanzo fu proprio Il nome della rosa al quale seguirono molti altri, il già citato Pendolo di Foucault, L’isola del giorno prima, Baudolino e molti altri, più o meno apprezzati dalla critica. Il suo ultimo romanzo è intitolato Il cimitero di Praga.
Degno di nota:
È sempre meglio che chi ci incute paura abbia più paura di noi.
Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai il lebbroso.
E tu non t'incantare troppo su queste teche. Di frammenti della croce ne ho visti molti altri, in altre chiese. Se tutti fossero autentici, Nostro Signore non sarebbe stato suppliziato su due assi incrociate, ma su di una intera foresta.
Curiosità:
Nel libro è citata una ricetta a base di peperoni. Assolutamente impossibile che in epoca medievale vi fosse quest’ortaggio perché fu importato in Europa da Cristoforo Colombo più di un secolo dopo.
Il frate Adso fa riferimento ad un violino. Altrettanto impossibile, poiché il violino fu inventato nel XVI secolo.

Potranno interessarvi questi link sul libro:
Per la trasposizione cinematografica leggete: http://blogcineland.altervista.org/in-nome-della-rosa/

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